Pasta fatta a mano dalle casalinghe locali, era il menù base dei giorni di festa da mangiare in famiglia d offrire agli ospiti. Questo “maccherone” non è realizzabile con nessuna macchina automatica e ciò ne aumenta il pregio; si potrebbe chiamare “bucatino a spirale”, in quanto sul prodotto quasi finito viene passato l’utensile “fusillo”, un sottile file di ferro (diametro F 2 mm) che arrotolandolo lo cava al centro mediante andamento a spirale.
Il nostro fusillo è lungo dai 7 ai 10 cm, misura ottimale per essere mangiato, in quanto non comporta le difficoltà di arrotolamento tipico della pasta lunga (spaghetti, tagliatelle, etc) è leggero in quanto bucato al centro e non comporta il fenomeno del deposito dell’acqua all’interno tipico della pasta bucata ( penne, rigatoni, etc) pertanto si sposa bene al sugo-ragù di braciola con cui è condito che completa la nostra ricetta.
La “braciola Pietrafusana”, in alcuni dialetti chiamata anche “vrasciòla” (da non confondere con la bistecca così indicata in alcune parti d’italia), consiste in fette di carne bovina arrotolata a forma di involto e legata con spago da cucina, contenente erbe aromatiche quali menta, aglio, da cuocere lentamente nel ragù di pomodoro.
L’origine della pietanza si può senz’altro attribuire alla propensione delle massaie locali al risparmio, utilizzando un solo fuoco cocevano il secondo di carne e il sugo per il primo dandogli corpo e sapore.
Questa tradizione è un po’ scomparsa dalle nostre tavole quotidiane e l’organizzazione Sagra l’ha recuperata per il vostro palato.
L’ Aglianico, così chiamato nel XV e XVI secolo, deriva dall’antico ceppo “ellenico” o “ellanico” ed è il più antico vitigno della provincia di Avellino. Molto diffuso nei Comuni situati sui pendii collinari e sui versanti che determinano le più importanti valli, quali quella del Calore, del Sabato e dell’Ofanto.
Il bacino di produzione tocca soprattutto Pietradefusi, in quanto adagiato su una collina esposta a levante, o luogo “ritto” o “dritto” come si dice localmente e quindi riceve irradiazione solare al mattino, consentendo una perfetta maturazione dell’uva.
Per gli esperti si presenta di colore rosso rubino carico, profumo intenso e caratteristico, sapore fresco, buona gradazione alcolica. Quello offerto dalla Sagra, fornito dalle cantine locali, è servito fresco.